venerdì 13 gennaio 2017

L'amore e la violenza (Baustelle, 2017)

L'amore e la violenza, l'ultimo disco dei Baustelle, è un lavoro di ricerca e (ri)scrittura notevolissimo. Gramscianamente "organico", riesce a miscelare, senza scarti, musica alta e musica bassa, pop e sperimentazione, vecchio e nuovo, in una problematizzante, disperata sintesi postmoderna. Parole e sonorità spaziano da Nicola Di Bari ai Goblins di Claudio Simonetti, da Viola Valentino a Rick Wakeman, da Don Backy a John Lennon, da Franco Battiato al maestro Riz Ortolani, da Sandokan degli Oliver Onions a Fabrizio De André, solo per citarne alcuni. Viene sistematicamente evitata certa standardizzazione imperante nella pop music contemporanea, e proposte oblique progressioni armoniche e versi fuori squadra, come in un processo evolutivo mutante. Mi ha evocato il languore di quei lividi tramonti urbani, che disegnano le ombre e le lacune delle nostre periferie. Per molto meno, nel caso dei Talking Heads, si parlò di capolavoro. "Complimentazioni", e molte stelle... al collasso. Sublime.

2 commenti:

  1. i Baustelle ormai non fanno più un album che sia dal punto di vista del contenuto musicale e narrativo giustificato da 'Amen' , dopo solo una stanca ripetizione di loro stessi, guarda caso il declino artistico è iniziato da quando hanno iniziato ad avere veramente successo

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  2. Ho ascoltato di recente "Fantasma". A me è piaciuto molto. Mi sembra un livello altissimo. "L'amore e la violenza" è il primo che ho ascoltato. L'ho trovato molto innovativo. "Fantasma" è diverso. Tornerò indietro per ascoltare tutto il resto. Avevo anche ascoltato "Sussidiario", ma mi pare un gradino sotto. Approfondirò. Grazie per il commento! :-)

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