mercoledì 1 giugno 2016

The Juliette Society (S. Grey, 2013)

Sinceramente, mi aspettavo di più da questo suo primo “romanzuolo”. Sasha Grey è un personaggio poliedrico. È felicemente spregiudicata, intelligente, forse anche colta, a dispetto di tutti i possibili stereotipi sulla sua precedente attività nel mondo del porno; ed ha alle spalle buone e diversificate letture (e visioni), che qui e là emergono nel racconto. Il fatto è che tutte queste influenze vengono ostentate in modo piuttosto banale nel libro, rinunciando paradossalmente a quella che potremmo definire un’“erotica della citazione”. Perché, ad esempio, non far riconoscere i vari film al lettore, stipulando con lui un contratto di complicità più sofisticato? Sì, un certo sapore per la scrittura c’è (a tratti, sembra di riconoscere delle cose di Chuck Palahniuk). I “vuoti d’aria”, tuttavia, sono davvero troppi; l’intreccio non sembra mai “sbottonarsi” (absit iniuria verbis), ed è anche poco originale (mentre è interessante il soggetto, peccato!). Abbondano, infine, gli ingredienti davvero poco plausibili. Anche nei passaggi più hot, non sembra mai esserci quello slancio in più, che lo avrebbe reso a suo modo un evento, un crossover virtuoso con il suo ex-cinema, anche se forse non era proprio questo l’intento della Grey. Un’opera prima un po’ anemica, sebbene superiore a certa letteratura contemporanea per signore, che potrebbe comunque anticipare una carriera interessante. Provaci ancora Sasha...

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